Il sistema di calcolo pensione in Italia è stato cambiato varie volte al fine di attuare una previdenza sostenibile, e che tuteli il lavoratore al meglio.
Fino al 1995 si usava il calcolo del sistema retributivo che teneva conto della paga percepita a fine carriera. Fino al 1992 il periodo di fine carriera includeva gli ultimi 5 anni per i lavoratori dipendenti e 10 anni per i lavoratori autonomi. Dal 93 gli anni passarono a 10 per i dipendenti, 15 per gli autonomi. Poi si procedeva contando ogni anno un contributo pari al 2%. Quindi per la categoria dei lavoratori dopo il 1993, essi dopo 40 anni di lavoro avrebbero percepito l'80 % dello stipendio medio degli ultimi anni, dopo 35 anni di lavoro il 70%.
In base alla legge n. 247 del 2007 i lavoratori oggi godranno di pensionamento secondo il sistema retributivo se hanno alle spalle 18 anni di lavoro maturati al 31/12/95. Quindi rientrano in categoria i lavoratori che iniziarono prima del 1977.
Ma visto il crescente numero di pensionati si è passato poi a calcolare le pensioni in base al sistema contributivo, ovvero secondo quanto versato durante l'intero corso lavorativo. Tale conteggio è valido per i lavoratori che iniziarono a versare dopo il 01/01/96. Per conteggiare il valore della pensione occorre sommare i contributi di tutti gli anni e moltiplicarli per un valore dato dall'Istat che varia con il P.I.L. del paese, il tutto si moltiplica poi per un altro coefficiente che varia in base all'età del pensionato.
L'ultimo conteggio si chiama sistema misto e si adotta per coloro che lavoravano già a dicembre 95 ma non aveva maturato i 18 anni di versamenti. Si moltiplica la retribuzione per un aliquota e per gli anni totali di versamenti non precedenti al 31/12/95. Si procede come per il sistema contributivo moltiplicando per un indice e un coefficiente, entrambi variabili. arrivati alla pensione si potrà comunque richiedere un prestito pensionati.